Plasticart 2.0




Kokošnik
Progetto e realizzazione di Beatrice Musicco
La lanterna Kokošnik deve il suo nome al tradizionale copricapo indossato dalle donne russe a partire dal XVI secolo e che ancora oggi è parte integrante della cultura popolare tanto da aver ispirato uno stile architettonico. La cupola, elemento caratterizzante della lanterna, ricorda il suddetto copricapo personalizzando e completando l’oggetto di scena che crea un gioco di luci e ombre. La lanterna Kokošnik si coordina con la lampada da tavolo Svyaz', che richiama nella semplicità della forma, nelle tecniche di realizzazione e nella palette cromatica. Entrambe sono realizzate con plastica riciclata in diverse tonalità di blu e bianco, ispirandosi alle ceramiche Gžel', prodotte artigianalmente nell'omonimo villaggio vicino Mosca e caratterizzate da disegni cobalto su sfondo bianco. Materiale: HDPE (02), PET (01), acciaio Inox.



Cestino intrecciato
Progetto e realizzazione di Elisa Giordano
L’artista è stata ispirata per la realizzazione dell’oggetto dalle vicende della commedia “Zio Vanja” e dai ricordi della nonna che utilizzava proprio un cestino di vimini per raccogliere verdura e uova. Il processo di creazione è avvenuto in due fasi. Inizialmente, i tappi sono stati selezionati per colore e sminuzzati per creare la struttura principale rossa. Successivamente, la plastica fusa è stata plasmata con un estrusore su uno stampo di metallo avvolto da una maglietta di cotone per mantenere la forma desiderata. Dopo il raffreddamento, i vuoti sono stati riempiti e rifiniti con strisce di plastica tagliate da un vecchio sacco, unite con il calore del ferro da stiro. Questo processo ha creato non solo un cestino funzionale, ma è riuscito a trasmettere anche una storia personale e riflettere valori di sostenibilità e creatività, unendo ispirazione teatrale, ricordi familiari e impegno ambientale. Materiale: HDPE (02), LDPE (04), ferro


Icona riciclata
Progetto e realizzazione di Francesco Frizzele
Questa realizzazione prende ispirazione dall'opera "Quadrato nero su fondo bianco" (1915) del pittore Kazimir S. Malevič. Durante una mostra il dipinto fu posizionato nell’angolo in alto della stanza, tradizionalmente chiamato "angolo rosso". Proprio in quest’ultimo, dal X secolo in poi nelle case russo-ortodosse venivano posizionate le icone sacre. Erano sempre gli angoli più puliti e ordinati, tanto da essere chiamati “krasnyj”, parola che in passato significava “bello”, mentre oggi è usata per indicare il colore “rosso”. Il processo creativo di questa "icona riciclata" è avvenuto attraverso diverse fasi. Per prima cosa i tappi delle bottiglie sono stati sminuzzati con lo shredder, successivamente, attraverso l'uso di una pressa riscaldata, i trucioli sono stati fusi insieme creando delle sottili lastre. Queste ultime sono state sagomate a mano ed incollate per creare l'immagine finale dell'icona. A conclusione di tutto sono stati apportati piccoli dettagli con l'indelebile. Materiale: HDPE (02), legno


Syvaz'
Progetto e realizzazione di Nicole Masutti
Svyaz' in russo significa “Legame” definizione a cui si ispira questa lampada da tavolo. L’oggetto richiama nella sua forma classica le abat-jour della Russia del ‘900, nei colori le ceramiche Gžel' e nella struttura intrecciata le vicende della famiglia Serebrijakov. La base e il gambo di Svyaz' sono realizzati con tappi di plastica fusi, mentre l’intreccio del paralume è stato creato con bottiglie di plastica trasformate prima in striscioline e poi in filamenti dal macchinario PET-BOT. Per stabilizzare e rifinire l’oggetto sono stati utilizzati inserti in legno e una tiges di metallo centrale. La lampada Svyaz' si coordina con la lanterna Kokošnik, che richiama nella palette cromatica e nelle lavorazioni utilizzate, a sottolineare il legame tra le due opere. Materiale: HDPE (02), PET (01), acciaio Inox
"Differenziare" si compone di un tappetino e di un pannello in cotone giallo caratterizzato da quattro tasche intercambiabili, sette bottoni e sedici sagome blu realizzate in plastica riciclata 05. Sopra ogni tasca, una targhetta con inciso un numero (i numeri incisi non sono altro che i simboli utilizzati per differenziare i diversi tipi di plastica). Il/la bambino/a deve inserire in ogni tasca quattro sagome differenti accomunate dallo stesso numero. L’acquisizione delle conoscenze e la loro elaborazione avviene gradualmente attraverso la comprensione e la ripetizione dell’esercizio.


BW Carpet
Progetto e realizzazione di Giovanna Bressan
L’opera BW Carpet è un “progetto di tappeto”. L’idea nasce dai tappeti orientali utilizzati in Russia alla fine dell’800 reinterpretandoli nelle dimensioni e nel decoro. Avvicinandosi e toccando con mano questo pezzo d’arredo si può notare che è composto da mascherine chirurgiche non più utilizzabili per il loro scopo. Ecco dunque che si dà vita ad un nuovo oggetto scenografico dai contorni stilizzati. Materiale: PP (05), PL
