La mostra dedicata alla plastica riciclata
Artist* da tutta Europa si sono incontrati con artigian* del territorio per creare opere d'arte dai rifiuti plastici. Sei mesi di lavoro, a distanza per via della pandemia, hanno portato ad allestire la mostra di Plasticart.
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Le opere della mostra



Charraro - Chabarik
I volti
Immaginare una vita attuale senza plastica è utopia, ormai è indispensabile per noi e fa parte della nostra quotidianità. Ma è un dovere usarla meglio e tenerla sotto controllo: non possiamo permetterci di diventare completamente di plastica, impermeabili ed insofferenti a ciò che ci circonda."
Per esprimere questo concetto abbiamo scelto di proseguire una ricerca sul mosaico tridimensionale iniziata da Mohamed con una serie di sculture multimateriche di grandi volti.
La sfida era quella di creare un materiale inusuale per il mosaico: la plastica. Le tessere sono state realizzate con PP05, sciolta e pressata in piccole lastre abbastanza sottili da poter essere tagliate in diversi formati, incollate poi alla base in cemento con un effetto che le facesse appena “affiorare” dalla pelle.


Jana Horalkova
Self-growing spiral
Ci sono diverse regole di base secondo le quali un numero infinito di forme cresce da solo. Molte forme usano il principio della spirale per crescere. La crescita a spirale è anche ispirazione per il pezzo esposto. La scultura è stata progettata e la sua forma è stata creata grazie alla grande diversità di forme della natura che porta un'ispirazione non limitata per l'arte, la scienza e altri campi. Grazie alla collaborazione con Cas´Aupa è stato tecnicamente possibile utilizzare plastica riciclata come materiale per la scultura. La scelta della plastica riciclata in combinazione con la struttura progettata dalla natura crea il collegamento tra il mondo umano pieno di prodotti in plastica e il mondo della natura che dobbiamo proteggere.



Eleni Aidonidou
Untitled
Con questo progetto, vuole esprimere una simbiosi tra arte e sostenibilità, concentrandosi principalmente sul ciclo di vita vitale della plastica e sull'impatto che avrà sul nostro futuro, che è già in pericolo.
È sempre stata interessata alla land art. Così ha deciso di cogliere l'occasione per mostrare il suo lavoro in un paesaggio reale. Il pezzo presentato da Eleni ha incorporato in sé il simbolismo della trasformazione e della reimmaginazione della materia.
Questa idea si manifesta in modo astratto nell'opera, sia sul piano spaziale che su quello cromatico spazialmente che cromaticamente.
Per il processo di produzione dei pezzi, i colori selezionati sono stati il blu e il verde poiché sono i colori più abbondanti in cui imbattersi in materiali riciclati.
La plastica lavorata segue un percorso in cui la sua morfologia e consistenza si fondono e si riformano. Questa viene recepita e reinterpretata come una trasformazione che avviene quando nasce qualcosa di nuovo. Questo processo assomiglia a una rinascita della materia. Questa simbolica rinascita o resurrezione del materiale, in questo caso la plastica, è in via di combustione e rigenerazione, in un modo nuovo, sicuro e produttivo. Eleni ha cercato di catturare questo processo e lo ha narrato nel pezzo stesso.



Tommaso Sandri
Crevadure
Rompendosi, la ceramica prende nuova vita attraverso le linee di frattura all’oggetto, che diventa ancora più pregiato. Grazie alle sue cicatrici.
L’arte di abbracciare il danno, di non vergognarsi delle ferite, è la delicata lezione simbolica suggerita dall’antica arte giapponese del kintsugi.
È utilizzando questa tecnica che è stata creata "Crevadure", crepa in lingua friulana, in cui un classico mattone crepato viene aggiustato con i frammenti di plastica riciclata realizzati con le macchine di Cas’Aupa.
Un lavoro visivo simbolicamente forte in cui la ferita viene rimarginata, la crepa diventa ricchezza.






Giovanna Bressan
Untitled
L’idea era quella di poter realizzare diverse forme e di creare quindi un’opera riproducibile in serie nella forma ma sempre differente nelle sfumature perché affidata all’imprevedibilità delle combinazioni plastiche. Per fare ciò era necessario patire da uno stampo la cui creazione poi ha subito diverse modifiche.
Ho voluto poi sperimentare la fusione delle scaglie di plastica in maniera più libera, sotto una termopressa, azione che ha fatto nascere la serie di forme corporee in bi-dimensione.
Tali forme vengono generate in maniera semi casuale, prima della pressione le scaglie vengono disposte in maniera ponderata affinché l’immagine si avvicini a quella di una figura umana, il resto del gioco lo genera la termopressa che schiaccia e fonde la plastica generando la forma definitiva.







Giovanna Bressan
Untitled
Mi sono concentrata sulla sperimentazione della fusione di plastica attraverso l’uso del ferro da stiro, creando delle combinazioni che ricordano la stampa o la pittura. La pratica in questione è piuttosto semplice, i sacchetti di plastica (spesso derivanti dalle confezioni alimentari) vanno raccolti e divisi nelle tipologie di plastica a cui appartengono, e combinati secondo un proprio gusto personale, una composizione che poi verrà cristallizzata dal passaggio del ferro da stiro e quindi dal calore.


Federico Comuzzo
La tradizione deve dialogare con la plastica
Una sedia ancora attuale, l’Impagliata, dalla forma inconfondibile, lancia un pensiero alla filiera della produzione industriale di arredi.
Il dialogo tra produttori industriali e le aziende della filiera della raccolta differenziata è apparentemente inesistente.
Perchè non si realizzano prodotti innovativi basati sulla tradizione, re-impiegando le materie di scarto?



Julian Janko
Il puzzle italiano
Ho scelto il primo progetto per dimostrare che puoi creare grandi oggetti minimalisti dalla plastica riciclata.
Il "puzzle italiano" può essere disegnato in diverse varianti e colori e può essere applicato come una scultura sul pavimento o appeso al muro in una cornice. Mi sono ispirato a vari modelli e al lato giocoso del mio bambino interiore. Quindi mi è diventato subito chiaro come creare una combinazione di design e giocosità.


Julian Janko
Untitled
Per le lampade ho deciso di abbinare due materiali diversi. I due materiali sono cemento e plastica. Le lastre di plastica sottili sono molto adatte per ridurre la sorgente luminosa. Questo crea una piacevole luce nella stanza. Per entrambi i progetti mi sono concentrato sul colore della bandiera d'Italia. Entrambi i progetti si armonizzano tra loro e diventano un progetto globale.

Artigian*

Cristina Regazzo | SezioneErre
Sono nata in Friuli nel 1990, terra che con le sue tradizioni e la sua ispirazione mi ha cresciuto e fatto evolvere. Dopo la qualifica come Maestra Mosaicista presso la Scuola Mosaicisti del Friuli, la voglia di ampliare le conoscenze in ambito artistico è aumentata, portandomi così a Firenze per seguire dei corsi di oreficeria e modellazione cere. In seguito, nel 2019, è nato ufficialmente Sezione R, un piccolo laboratorio dove mosaico ed oreficeria si incontrano, dove il gioiello nasce da tecniche tessili, dove il gioiello contemporaneo viaggia insieme al classico, dove la ricerca e la sperimentazione è in continua evoluzione.

Marco Bressan | OzLab
La vocazione di “creatore di parchi” nasce con lui: fin da bambino sogna di intraprendere questa magica professione. Dopo la maturità artistica si diploma in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, con una tesi progettuale e innovativa sui Parchi a Tema. Numerose le collaborazioni, in particolare come progettista e scultore con noti parchi di divertimento italiani e stranieri ed un’esperienza in qualità di pittore per la Walt Disney Attractions in Florida, che lo seleziona tra oltre 400 candidati. Nel 1999 fonda la Ozlab Funfactory, e da allora si dedica alla progettazione e alla realizzazione di attrazioni e scenografie per il settore del divertimento e dei parchi tematici, mettendo in gioco diverse competenze che vanno dall’ideazione al disegno, dal fumetto all’illustrazione realistica, al disegno architettonico; dalla modellistica in scala alla grande scultura fino alla direzione e all’ esecuzione delle opere in cantiere.

Simona Martino | ScartaCollective
In seguito ad esperienza decennale come architetto presso studi di architettura e design di profilo internazionale, ha avviato nel 2013 una collaborazione con la Fondazione Montessori Italia come formatrice sui temi dell’ambiente Montessori e della relazione fra architettura e pedagogia negli spazi per l’apprendimento. Ha costituito nel 2015 Craftabile Srl, impresa artigiana che produce materiali educativi a marchio Montessori Craft e oggetti di design con tecnologie di fabbricazione digitale. Insieme ad altri soci ha fondato nel 2016 Lino’s & Co. Bottega di Udine.
Artist*

Federico Comuzzo
Interessato nella progettazione e arredo di piccole architetture, nelle installazioni temporanee per eventi speciali.
Il mio modo di lavorare è legato a un approccio alternativo ai problemi. I problemi sono possibilità, variando il punto di vista si può arrivare a delle soluzioni uniche che rispondono alle domande poste.
Qualità e non quantità. Credo nelle idee. Idee dinamiche, veloci, lente, materiali, immateriali. Se si può immaginare, si può realizzare.

Giovanna Bressan
Sono Giovanna, mi piacciono le forme che assumono i corpi femminili e da molti anni li faccio emergere dalla carta o dai materiali con cui mi piace rapportarmi; senza accorgermene, questa mia pratica è diventata una raccolta di corpi che, in maniera morbosa, continuano a generarsi.

Jana Horalkova
Mi chiamo Jana Horalkova. Sono nata e vivo in Repubblica Ceca. Il mio settore artistico è quello della scultura. Sono attratta dalle forme biomorfiche, imparo dall’architettura della natura, le sue strutture che non possiamo osservare ad occhio nudo. Sono interessata a come queste strutture si sviluppino, sia negli oggetti viventi che in quelli inanimati. Questo ispira fortemente la mia arte. Negli ultimi due anni mi sono focalizzata maggiormente su sculture “regolari”, con il progetto di migliorare in alcune tecniche e s oprire come lavorare con certi specifici materiali.

Mohamed Chabarik
Sono nato ad Aleppo, Siria, nel 1978. Mi sono sempre espresso disegnando, mi piace lavorare con le mani, ricercare soluzioni tecniche e materiche. L’incontro con il mosaico ha segnato un solco privilegiato in cui far confluire tutto questo, ed è diventato un modo di raccontare.
Laura Charraro
Sono nata vicino a Venezia nel 1984. Dopo la laurea in Lettere alla Ca’ Foscari, con una tesi in Critica d’Arte Contemporanea, ho scoperto il mosaico, congeniale al mio modo di essere. Penso che il concetto di mosaico possa essere usato in contesti sperimentali, sia artistici che culturali.

Eleni Aidonidou
Ho 22 anni,
Attualmente sto studiando Belle Arti alla scuola di Atene, Grecia.
I miei interessi nell’arte si focalizzano sui problemi sociali e sulle esperienze personali.
Prendo anche ispirazione dalle cose comuni e dagli oggetti, durante la mia quarantena nel mio appartamento di 7 metri quadri.

Tommaso Sandri
Tommaso Sandri (1992) nasce e cresce a Lignano Sabbiadoro (UD) e sin da piccolo esprime una certa attitudine verso l’arte ed il viaggio.Non appena si diploma sceglie di intraprendere un’esperienza esplorativa in Brasile, introspettiva e non, in cui tra volontariato e lento girovagare tra comunità rurali ed indigene scopre la funzione sociale che l’arte può avere.Tornato in Italia, nel 2012 fonda il collettivo Menti Libere,che si propone di utilizzare l’arte come mezzo di aggregazione e azione sociale.
Negli anni successivi svolge progetti di arte urbana partecipata utilizzando vari linguaggi e coinvolgendo fasce della popolazione solitamente emarginate sia in Italia che all’estero. Nello stesso periodo inizia con l’Ass. Menti Libere a realizzare progetti di riqualificazione urbana partecipata sul territorio friulano coinvolgendo studenti e ragazzi in difficoltà.Nel 2015 realizza con due amici il progettoMigrArt, un viaggio di tre mesi a ritroso sulla rotta balcanica, dal Friuli al confine turco-siriano, in cui toccano da vicino ogni suo punto caldo.

Julian Janko
Sono nato nel 1992 a Vienna. Ho studiato tecnologia della plastica nel 2011 al TGM (Technisches Gewerbe Museum), una scuola tecnica di Vienna.
Da quando ho ricordo esprimo i miei sentimenti attraverso diversi materiali. Sia all’asilo, tramite i Lego, sia a casa con una penna e foglio di carta. Sono sempre stato entusiasta di creare.
Negli ultimi anni, prima del COVID, ho viaggiato in tanti luoghi bellissimi in giro per il globo. Durante questi viaggi ho visto di persona l’inquinamento causato dalla plastica. Cosi ho cominciato il mio progetto di raccolta della plastica, decidendo di lavorare con essa.
Quali sono i partner di progetto?
Bloom
Menti Libere
Associazione Fablab Udine
Società Cooperativa Puntozero